di Antonella Melis
Sofia era una bambina di 7 anni con i capelli ricci, castani, la pelle chiara, la corporatura fragile e magra, che viveva con la madre in una piccola casa, molto povera, a Parigi, in Francia, durante l’inizio del 2000.
La madre era una bellissima donna rimasta vedova due anni prima, lavorava come sarta ma non riusciva a guadagnare abbastanza per poter mantenere sua figlia. Preoccupata per il futuro di Sofia, la madre decise di mandarla temporaneamente a vivere con la nonna, cioè sua madre: Lilia, una donna ricca quanto crudele, molto elegante e sofisticata. La madre promise a Sofia che sarebbe tornata presto e che l’amava molto.
Una volta arrivata a casa della nonna, Sofia rimasse meravigliata nel vedere quanto fosse grande la casa. Lilia spiegò subito alla bambina le regole: non si poteva correre, urlare, toccare gli oggetti presenti in casa, l’unico luogo in cui aveva il permesso di giocare era il giardino. Le prime notti furono molto dure: a Sofia mancava la madre, Lilia non si faceva chiamare nonna e non dimostrava affetto verso la bambina. La protagonista si sentiva molto sola e si annoiava in quella enorme casa. Un giorno andò a giocare in giardino e, mentre camminava, sentì delle voci, ma non riusciva a capire a chi appartenessero, fino a quando non notò che le voci provenivano da sopra la sua testa: due alberi molto alti, pieni di foglie verdi, avevano al centro del tronco delle facce umane. Sofia urlò spaventata: “Chi siete?” chiese ai due alberi, che risposero: “Io sono Tom e lui è Jack, e siamo i guardiani di questo giardino”.
“Non sapevo che gli alberi sapessero parlare” disse Sofia.
“Non tutti ci riescono, solo i più vecchi e saggi” rispose Jack “Tu come ti chiami? e perché sembri così triste?” chiese Tom.
“Non sono triste, ma arrabbiata perché mia madre mi ha lasciata qui da sola e si è dimenticata di me” rispose Sofia.
“Non dovresti essere arrabbiata con lei, sono sicuro che anche a lei manchi molto e se ti ha promesso che sarebbe tornata devi solo avere pazienza e imparare a divertirti in questo meraviglioso posto” disse Jack.
Sofia rimase a parlare per molto tempo con i due alberi, i quali le svelarono molti nuovi modi per divertirsi.
Quella notte Sofia non pianse, ma si mise a pensare a come stava sua madre, sola e al lavoro tutto il giorno: almeno lei aveva Tom e Jack e non doveva lavorare, inoltre sua madre non le aveva mai mentito, quindi doveva avere più fiducia e pazienza. Da quel giorno Sofia trascorse le giornate più serena e felice, fino a quando non arrivò il giorno di tornare a casa sua con la madre.
Quel giorno fu indimenticabile, ma quando si allontanò dai suoi amici alberi un’ombra di tristezza l’attraversò.